Attenzione a denti e gengive!
Dopo aver effettuato il piercing, occorre ricordare che comunque un corpo estraneo all’interno della nostra bocca che potrebbe provocare danni a denti e gengive sul breve e lungo periodo, poichè li sottopone ad un piccolo ma costante traumatismo.
A tale proposito, sono state presentate alcuni mesi fa due ricerche al Meeting della European Federation of Periodontology ad Amsterdam che presentano una correlazione fra i piercing sulla lingua e un aumentato rischio di malattie ai denti, gonfiore alle gengive, sanguinamento gengivale o la recessione gengivale.
Dunque in caso di gengive gonfie, occorre consultare subito il dentista, poiché potrebbe essere scatenata proprio dal piercing.
I rischi dovuti ai piercing dipendono da vari fattori:
- dalle infezioni, data la lunghezza dei tempi di guarigione e dal fatto che si devono mettere necessariamente le mani in bocca per svitare il piercing, ripulirlo e rimetterlo a posto. La complicanza più comune è l’infezione batterica, che si riconosce per la presenza attorno al foro di calore, gonfiore, rossore, dolore ed eventualmente pus. Tali sintomi non vanno assolutamente sottovalutati, poiché può trasformarsi in ascesso e richiedere un intervento chirurgico di drenaggio, con rischio di cicatrici fastidiose o cheloidi;
- dal sanguinamento copioso, che può verificarsi soprattutto nella lingua e nelle aree del corpo molto irrorate di sangue;
- dal gonfiore della pelle attorno al foro, che deve essere valutato con attenzione.
- La formazione di ferite o trauma come effetto collaterale del piercing, (che può rimanere impigliato e lacerare accidentalmente la pelle, richiedendo dei punti di sutura o un intervento chirurgico oppure scheggiare i denti).
- Un altro rischio è legato alle allergie, possono essere evitate preferendo piercing in nickel e ottone, quelli con metalli anallergici come l’acciaio chirurgico, il titanio o l’oro a 14 carati.Per questi motivi chi ha un piercing orale deve intensificare la propria igiene orale, lavandosi i denti almeno due-tre volte al giorno con uno spazzolino morbido, usando un colluttorio e filo interdentale e pulendo regolarmente il piercing, dove anche qui si può depositare del tartaro. Occorre anche intensificare i controlli dal dentista, aumentandone la frequenza.